Negli ultimi anni si pone una sempre maggiore attenzione alle politiche di welfare aziendale, tanto che le parti sociali, in sede di stesura e rinnovo del CCNL, inseriscono il welfare quale benefit retributivo aggiuntivo alla retribuzione ordinaria, diventando così welfare contrattuale.
Vediamo in quest’articolo cos’è e come si applica in alcuni CCNL.
Cosa è il welfare contrattuale?
Per welfare contrattuale (conosciuto anche come welfare negoziale) si intendono le prestazioni di welfare che l’azienda deve erogare in base alle disposizioni del contratto collettivo (CCNL) applicato.
Infatti il welfare contrattuale trae origine da un contratto, individuale o collettivo (nazionale, territoriale o aziendale). Le imprese aderenti mettono quindi a disposizione dei dipendenti beni e servizi di welfare; le quote previste e le relative scadenze sono individuate da ciascun CCNL.
Il welfare contrattuale rientra dunque nel welfare aziendale, ossia l’insieme delle iniziative pensate per incrementare il benessere del lavoratore e della sua famiglia utilizzando modalità alternative alla retribuzione.
Queste modalità possono consistere in somme rimborsate, nella fornitura diretta di servizi o in entrambe le soluzioni. L’applicazione del welfare in azienda permette di migliorare il clima e la produttività aziendale, oltre alla conciliazione tra vita lavorativa e privata.
Il welfare come strumento per il dialogo tra le parti sociali
Il Quarto rapporto sul secondo welfare in Italia illustra il welfare aziendale diffuso attraverso la contrattazione di primo livello, ossia il welfare contrattuale. Da una prima e doverosa analisi risulta che la diffusione del welfare in Italia è stata sostenuta solo da poche parti sociali maggiormente rappresentative e da molte parti sociali poco rappresentative sul territorio nazionale.
In particolare, nel primo periodo preso a esame (da gennaio 2016 a settembre 2019) gli accordi che hanno definito una quota da spendere in beni e servizi di welfare sono 13, tra cui il CCNL Meccanici e Orafi e Argentieri. Da settembre 2019 a settembre 2020, altri 9 CCNL hanno introdotto quote di welfare aziendale, tra cui il CCNL barbieri e parrucchieri e il CCNL imprese edili e affini.
Dunque, dal rapporto comprendiamo che il welfare ha trovato nella contrattazione una opportunità di sviluppo e si è trasformato in uno strumento in grado di ripensare il dialogo tra le parti sociali.
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Come è strutturato il welfare contrattuale nei CCNL
Esistono diversi CCNL che oggi prevedono beni e/o servizi di welfare a favore dei dipendenti. Di seguito ne indichiamo alcuni.
Welfare CCNL Metalmeccanici Industria
Il CCNL Metalmeccanici Industria è stato tra i primi a prevedere interventi in ambito welfare contrattuale. Le parti sociali contraenti sono Federmeccanica, Assistal, Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil.
Dopo una serie di trattative, per il CCNL Metalmeccanici ogni anno dal mese di giugno le aziende dovranno mettere a disposizione dei dipendenti 200 euro in strumenti di welfare (beni e servizi), utilizzabili entro il 31 maggio dell’anno successivo. La misura è stata confermata dal 2021 e fino al 2024, in continuità con quanto previsto dal rinnovo del 2016.
CCNL Case di Cura e i Servizi Assistenziali e Socio Sanitari
Nel CCNL per il personale di Case di Cura e i Servizi Assistenziali e Socio Sanitari il welfare aziendale ha fatto il suo ingresso nel marzo 2018. Le parti sociali contraenti sono Anpit, Cidec, Confimprenditori, Pmi Italia, Uai-Tcs, Unica, Cisal Terziario.
Le aziende che applicano questo CCNL devono erogare ad ogni dipendente 200 euro all’anno sotto forma di beni e servizi di welfare. I lavoratori possono spendere questa somma in previdenza complementare, sanità integrativa nelle sue varie forme, servizi per il sostegno alla genitorialità e per l’istruzione dei figli, servizi di assistenza a familiari anziani, polizze assicurative, servizi per il trasporto pubblico, buoni spesa e buoni acquisto.
CCNL Orafi, Argentieri e Gioiellieri
Continua a essere valido il CCNL per gli orafi, argentieri e gioiellieri, che per il 2020 prevedeva l’erogazione di 200 euro. Le parti sociali contraenti sono Federorafi, Fim Ciscl, Fiom Cgil, Uilm Uil.
CCNL Pubblici esercizi, ristorazione collettiva e commerciale e turismo
È stato inoltre rinnovato anche il CCNL Pubblici esercizi, ristorazione collettiva e commerciale e turismo che impone la definizione di un accordo integrativo tra le parti sociali sul premio di risultato da stipulare fra il 2018 e il 2021. In assenza di tale accordo, l’erogazione è di 140 euro a dipendente (riproporzionato per il part-time) da spendere in beni e servizi di welfare.
Le parti sociali contraenti sono Fipe, Anege, LegaCoop Produzione e Servizi, Federlavoro e Servizi Confocooperative, Agci, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil.
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